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LeBron James, Tiger Woods, Kaka, Federica Brignone ed Elena Curtoni, Alexander Zverev…
Cos’hanno in comune questi grandi sportivi? La risposta più ovvia è che sono atleti di enorme talento. Quello che potresti non sapere è che tutti si sono sottoposti a un intervento di chirurgia refrattiva per correggere il loro difetto visivo.
LeBron James, stella e uomo copertina del basket americano, si è sottoposto ad un trattamento laser occhi nel 2007. Nello specifico ha migliorato la sua vista grazie alla tecnica LASIK, così rapida ed efficace da permettergli di tornare ad allenarsi già il giorno dopo l’operazione. Lo stesso LeBron ha dichiarato poi ai giornalisti di vedere il ferro e la rete del canestro «più chiari che mai». I dati raccontano che la sua percentuale di canestri realizzati è passata dal 46 % al 49%: nella stagione 2007/2008 King James è stato il miglior realizzatore dell’NBA con una media superiore ai 30 punti a partita.
Kaka, pallone d’oro nel 2007, ha corretto la miopia elevata con associato astigmatismo miopico medio alto in entrambi gli occhi, difetti che inficiavano le sue prestazioni. Aveva scarsa tolleranza alle lenti perché, essendo astigmatico, non otteneva una correzione ottimale poiché ruotavano durante la corsa, i colpi di testa o nei movimenti veloci quali scatti e cambi di direzione.
E poi Tiger Woods (golfista pluripremiato), Zverev (talento emergente del tennis), Federica Brignone ed Elena Curtoni (campionesse dello sci italiano).
Ma questi sono solo alcuni esempi dei tanti celebri sportivi che si sono sottoposti ad un trattamento di chirurgia refrattiva.
Nello sport avere una buona vista è requisito fondamentale per il successo. Vedere e poi colpire una pallina da tennis che viaggia a una velocità vicina ai 200 km/h richiede un “occhio di falco”.
Le principali abilità visive necessarie per lo sport sono le seguenti:
Acuità visiva dinamica: capacità di monitorare gli oggetti in movimento, in particolare quando si muovono velocemente
Concentrazione visiva: essere in grado di concentrarsi su un oggetto senza distrazioni
Tempo di reazione visiva: saper reagire rapidamente e con precisione a qualsiasi mossa a sorpresa dell’avversario.
Coordinazione occhio-mano: il modo in cui mani, piedi e corpo e altri muscoli rispondono alle informazioni raccolte attraverso gli occhi.
Gli ausili ottici hanno molti limiti e possono essere dei veri e propri ostacoli per la performance sportiva. Gli occhiali ad esempio sono spesso molto poco pratici, per non dire pericolosi. Possono appannarsi o macchiarsi. Per questo motivo, la stragrande maggioranza degli atleti utilizza le lenti a contatto, ma queste presentano a loro volta tutta una serie di complicazioni. In un ambiente sporco e polveroso o ventoso è facile provare la sensazione di occhi sabbiosi, asciutti o granulosi. Inoltre, le lenti possono spostarsi o addirittura cadere e scomparire.
La chirurgia refrattiva supera questi limiti/ostacoli e offre numerosi vantaggi per gli sportivi di qualunque livello, professionisti, dilettanti e amatori.
I centri Vista Vision sono la sede ideale per il trattamento laser di tutti i difetti visivi.
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Il Professor Sergio Noviello, chirurgo estetico del team Universo Salute Milano, ha tenuto un nuovo workshop online. Si tratta dell’ennesima iniziativa che dimostra il continuo investimento in ricerca e formazione da parte del dottor Noviello. Come vuole la nostra mission, i medici partner sono sempre pronti ad aggiornarsi e a proporre al paziente tecniche innovative e all’avanguardia.
Nell’ultima occasione (20 novembre 2020) il prof. Noviello ha presieduto una lezione sul FILLER LABBRA. Vi mostriamo qui un piccolo estratto in cui parla dei moderni impieghi dell’acido jaluronico. CLICCA QUI
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Lo scorso 5 novembre La Gazzetta dello Sport ha pubblicato un articolo dal titolo “Sei pasti e sei sonnellini al giorno: così CR7 resta sempre al top”. Il quotidiano riportava le dichiarazioni di Nick Littlehales, esperto che ha collaborato a lungo con Cristiano Ronaldo per curare la forma fisica del fuoriclasse portoghese.
Cristiano inizia la dieta giornaliera con una colazione a base di prosciutto, formaggio e un contorno di yogurt. Si passa poi a un toast di avocado come spuntino e due pranzi e due cene con basso contenuto di grassi e alto contenuto di proteine: presenti il pollo e l’insalata, magari con un secondo con pesce (spesso tonno), uova e olive. E la sera, nuovamente pesce (anche spada e merluzzo brasato) oppure carne.
Inoltre, CR7 sono previsti 5-6 “sonnellini” nell’arco delle ventiquattro ore.
Ne abbiamo parlato con il dottor Cozzi, biologo nutrizionista della clinica Universo Salute di Milano.
«Prima di tutto bisogna prendere con le pinze questo tipo di interviste, che spesso rischiano di essere poco veritiere. Qualche tempo fa, per esempio, era uscita una notizia in cui si diceva che Djokovic mangiava solo alimenti senza glutine. E allora tutti a mangiare cibo senza glutine. Ovviamente non era vero. Comunque, su queste ultime indiscrezioni su CR7 è importante non immedesimarsi nella sua nutrizione. Cristiano è uno sportivo d’élite, che ha una cura dei dettagli senza eguali. Non basta mangiare come Ronaldo per diventare come lui. E poi nessuno di noi può fare sei sonnellini al giorno (beato lui!). Ognuno deve trovare la sua dieta personale, il suo metodo nel suo contesto».
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Mangiare non è nutrirsi. Nutrirsi è prendersi cura di sé stessi.
Una corretta alimentazione è un fattore decisivo per il nostro benessere.
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Se hai il diabete fai attenzione ai tuoi occhi. È questo il monito che verrà ribadito con forza in occasione della Giornata Mondiale del Diabete (14 novembre).
La retinopatia diabetica è una complicanza che può condurre alla cecità. Colpisce in genere entrambi gli occhi e si manifesta inizialmente con vista offuscata e ridotta, macchie o fili che galleggiano davanti agli occhi e difficoltà nella percezione dei colori.
Secondo l’ISTAT sono oltre 3 milioni 200 mila in Italia le persone che dichiarano di essere affette da diabete, il 5,3% dell’intera popolazione. Si calcola che circa un terzo soffra anche di retinopatia diabetica: la prevalenza di questa patologia è del 20% dopo 5 anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni.
La retinopatia diabetica è un’importante causa di cecità, che si verifica come risultato di un danno accumulato nel lungo periodo a carico dei piccoli vasi sanguigni della retina. Ha provocato globalmente l’1,9% della disabilità visiva (moderata o grave) e il 2,6% della cecità nel 2010.
Tuttavia, sebbene i diabetici siano generalmente consapevoli che una delle complicazioni della patologia sia la perdita della vista, c’è un netto divario tra conoscenza e gestione del problema.
La causa principale della retinopatia diabetica è la presenza di un diabete mal controllato.
È quanto è emerso dall’indagine Eurobarometer su scala europea che ha permesso di mettere a fuoco che cosa pensano le persone affette da diabete delle complicazioni a cui possono andare incontro, in particolare quelle che riguardano la vista (retinopatia ed edema maculare diabetico).
Analizzando i dati relativi all’Italia, non è un caso che più di un sesto degli intervistati non consulti il medico quando ha un problema di vista e non si sottoponga alle visite di routine dall’oftalmologo. Nell’indagine emerge anche che il 67% dei pazienti effettua uno screening quando i problemi alla vista sono già evidenti. E circa uno su quattro non ha svolto nessun esame oculistico negli ultimi due anni.
Gli esami diagnostici, come OCT e retinografia, possono essere la soluzione ideale per individuare tempestivamente il problema e salvaguardare la vista. E di conseguenza evitare un impatto negativo sulla vita di tutti i giorni.
Per questo è fondamentale tenere sotto controllo, costantemente, la glicemia per prevenire la retinopatia diabetica, ma contestualmente sottoporsi a periodici controlli dall’oculista.
Le linee-guida SID (Società Italiana di Diabetologia) e AMD (Associazione Medici Diabetologi) raccomandano intervalli di screening ogni due anni se la retinopatia è assente all’ultimo controllo, un anno se lieve, sei mesi o direttamente invio a consulenza se si riscontra retinopatia moderata o più grave.
I centri Vista Vision sono in grado di guidare il paziente in un percorso personalizzato per diagnosi, monitoraggio e trattamento della retinopatia diabetica.
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Lockdown, zone rosse, coprifuoco, zone arancioni e zone gialle.
I recenti provvedimenti per contenere la diffusione del Covid-19 hanno limitato la mobilità delle persone. Cancellate molte o addirittura tutte le opportunità di movimento, ci ritroviamo a passare gran parte delle nostre giornate in casa. Restare all’interno delle mura domestiche altera il nostro metabolismo e non ci permette di bruciare le calorie come avveniva in condizioni di normalità. Come rimanere in forma? Ne abbiamo parlato con il dottor Matteo Cozzi, biologo nutrizionista del team Universo Salute di Milano.
«Da un punto di vista nutrizionale bisogna stare molto attenti ai momenti di noia. Essere sempre in casa vuol dire avere il frigo sempre vicino, a portata di mano: è fondamentale avere una grande forza di volontà per evitare snack, merendine, torte, pane… È molto probabile che torni la tanto bella quanto “rischiosa” corsa al lievito.
Capitolo movimento: non c’è dispendio di energie. Nelle zone gialle e arancioni le cose vanno leggermente meglio. La zona rossa è sicuramente quella di più difficile gestione: non ci sono luoghi, non ci sono orari per fare sport. Perdiamo i rifermenti spazio-temporali dell’attività fisica. Anche qui serve la mentalità giusta. Iniziamo col prenderci tutto quello che il DPCM ci concede: impegniamo il nostro tempo facendo attività motoria individuale. Una camminata o una corsa vicino a casa, degli esercizi col tappetino in salotto, ma anche un semplice stile di vita attivo: le scale al posto dell’ascensore, se ci è possibile la spesa al supermercato e non dal divano con consegna a domicilio… Poi accompagniamo queste piccole dosi di esercizio e movimento con una corretta alimentazione: frutta e verdura possono aiutarci a non cadere nelle tentazioni dei cibi ipercalorici».
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Mangiare non è nutrirsi. Nutrirsi è prendersi cura di sé stessi.
Una corretta nutrizione è il primo passo verso il benessere.
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Mangiare non è nutrirsi. Nutrirsi è prendersi cura di sé stessi.
La cliniche private Universo Salute sono specializzate in Scienze della Nutrizione. In un momento in cui le attività sportive e motorie sono limitate, è difficile tenersi in forma: una corretta alimentazione diventa ancora di più un fattore decisivo per il nostro benessere.
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